Parte del quartiere Falchera, costruito negli anni Cinquanta del Novecento su progetto di Giovanni Astengo, l’edificio si inserisce nella logica insediativa propria anche delle residenze che lo attorniano. Altezza ridotta, non più di due piani, e ampie aperture e ampi spazi esterni fanno di questa scuola uno degli esempi più avanzati per l’epoca di edilizia scolastica.
Racconto e Laboratorio a cura di Ivan Catalano e Annalisa Pellino
Insegnante Elena Candiloro
Le foto scattate dai bambini della IV B con macchine fotografiche compatte Canon IXUS e stampate con stampanti Canon SELPHY:
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Ivan: Dopo aver lasciato il rumore del traffico che da corso Vercelli ci porta in via dei Pioppi, all’entrata della scuola Ambrosini ho avvertito una forte sensazione di silenzio e subito mi è venuta in mente la definizione di “treno deragliato” che Carlo Mollino aveva dato ai quartieri come questo in cui le case sono disposte in ordine sparso.
Annalisa: Mi colpisce la scritta sulla facciata che ricorda quella della Sabin in corso Vercelli, accanto alla quale siamo appena passati… ‘un po’ in stile Bauhaus’ osserva Ivan. Mi chiedo anche il perché di tutti questi nomi di alberi dati alle strade: la scuola si trova in via dei Pioppi, tra via degli Ulivi e via degli Olmi
Annalisa: Mi rendo subito conto che la scuola ha una forma a T, ma mi chiedo cosa sia l’altro corpo di fabbrica a sinistra, che la chiude su un lato formando un cortile a cui i bambini non hanno accesso. Mi spiegano che si tratta di una biblioteca di quartiere non ancora aperta.
Ivan: In fondo al corridoio a destra si trova la luminosissima IV B, con una parete interamente finestrata e accesso diretto sul giardino.
HAMDY e ALESSIO P.
Annalisa: Infatti, nonostante la facciata un po’ dimessa, con tutte le tapparelle della mensa abbassate, la scuola ci rivela poi un meraviglioso giardino e un’esplosione di colori autunnali.
ALESSANDRO e ALESSANDRA
Ivan: Scopriamo poi che anche gli altri ambienti sono caratterizzati da particolari giochi di luce che rendono le foto dei bambini quasi “dorate”.
Annalisa: Dalla classe si intravede anche un gazebo e varie panchine in legno dove …”quando fa caldo facciamo merenda oppure le maestre si siedono a correggere i compiti o a controllare che non litighiamo” ci spiega Giorgia.
STEFANIA e MICHELLE
HAMDY, ALESSIO L. e SABRINA
Pensate di conoscere bene la vostra scuola? Sapreste orientarvi?
Che cosa vorreste raccontare della vostra scuola a chi non la conosce?
Vi va di fare un giro perlustrativo?
“Hamdy mi ha fatto notare il ponte. Ho notato anche le colline” Simone
“Ho visto molte cose, ma ho anche saputo cosa c’era da mangiare” Nora
“Mi piace guardare l’aula informatica” Simone
“Se non c’erano Ivan e Annalisa io non sapevo delle cose sulla scuola e non ero mai entrata nell’aula biblioteca” Michelle
SIMONE e THIMOTY
Conoscete i meccanismi della macchina fotografica?
Che cosa vorreste mettere dentro la vostra cornice/inquadratura e che cosa invece lascereste fuori?
Come si fotografa uno spazio?
Quali sensazioni, emozioni, pensieri avete avuto?
“Non sapevo che la macchina fotografica fa tutte queste cose” Rebecca
“Ho provato una sensazione di freddo e felicità quando siamo usciti in giardino perché non uscivamo da tanto.” Sabrina
“Ho provato curiosità all’inizio quando siete entrati in classe e davanti alla porta dell’infermieria e alla biblioteca perche’ non ci sono mai stato.” Simone
“La mia sensazione è magica!” Serena