L’edificio, realizzato nei primi decenni del Novecento, è inizialmente progettato secondo un impianto a “L”. Se le caratteristiche distributive interne continuano ad essere quelle dei modelli ottocenteschi (manica doppia e distribuzione della aule lungo un corridoio), la presenza di un cortile differenza questa scuola dalle realizzazioni precedenti. Un ampliamento realizzato nella seconda metà del secolo chiude lateralmente la corte, ampliando ed articolando gli spazi dedicati alla didattica.
Laboratorio e racconto a cura di Francesca Cirilli e Caterina Squillacioti
Insegnante Rosangela Spera
Le foto scattate dai bambini della IV B con macchine fotografiche compatte Canon IXUS e stampate con stampanti Canon SELPHY:
Stazione di Crescentino. Seguendo il flusso di genitori e bambini ci ritroviamo davanti alla facciata di una scuola. Varchiamo il cancello. Accediamo nel cortile che più tardi scopriremo essere quello esterno: alberi, rastrelliere per le biciclette e, accanto alla porta d’ingresso, una fontana zampillante circondata da un’aiuola. La scuola conserva i segni dell’antica divisione degli spazi fra bambini e bambine. Vi entriamo. L’atrio, quadrato e luminoso, collega il piano superiore dove ci sono gli uffici, con quello inferiore, permettendo l’accesso al corridoio che si affìaccia sulla bidelleria, sui servizi igienici, sulle classi.
Avete visto com’è colorata la nostra scuola? (Maestra Rosangela)
Si! Resto affascinata dai colori vivaci: viola, verde, arancione, azzurro. La classe è molto spaziosa, la luce filtra dalle persiane. Peccato che con questo sole siano abbassate! I banchi sono separati l’uno dall’altro e sono disposti a formare delle file. Spazio personale, ma condiviso. La IV B è un enorme quadrato colorato dove è possibile muoversi con facilità, talmente lo spazio è grande! (Caterina)
Guardando la fotografia dello stabile dal sito della scuola avevo immaginato che questa scuola fosse austera e antiquata. Sorpresa! Ristrutturata da poco nelle parti storiche e ampliata in maniera sobria è dotata di aule molto ampie, con finestre molto grandi e le pareti sono dipinte con colori sgargianti. L’atmosfera è piacevole, mi sento subito accolta.
Presentiamoci. Al nome ognuno associa la sua aula preferita. La palestra totalizza il punteggio più alto. Solo Mattia e Renat..ehm..”Leonardo!” nominano l’aula di informatica. (Francesca)
Siamo sicuri che possiamo muoverci a ritmo e giocare solo in palestra?
Senza spostare alcun banco ci disponiamo al centro dell’aula a formare un grande cerchio.
Ci passiamo un battito, destra, sinistra, centro.
É il momento dello scherzo di Atget a Lartigue!
Riuscirà Lartigue a trovare i pezzi della sua macchina fotografica nascosti chissàdove dal che il fratellino dispettoso Atget gli ha nascosto?
Atget ci darà una mano e dei simpatici indovinelli ci aiuteranno a scoprire in quali luoghi ha nascosto i pezzi.
“Si tratta di una caccia al tesoro?” (Luca)
Percorriamo insieme il corridoio passando per la bidelleria e l’atrio, usciamo nel cortile esterno, ritorniamo all’interno, un altro corridoio, un piccolo piano ammezzato, un secondo corridoio, torniamo indietro, corridoio, palestra, corriamo intorno, cerchiamo in ogni angolo. Il percorso è lungo. In ogni spazio salta fuori un pezzo della macchina fotografica di Lartigue.
Quanti piani ha la vostra scuola bambini?
“Tre” (in coro).
“Siete sicuri? In realtà sono due, il pian terreno e un altro piano” (Maestra Rosangela).
Incertezza sul numero dei piani. Tuttavia, i bambini sanno che nella propria scuola coesistono una parte più antica e una di costruzione più recente.
“Io preferisco la parte più vecchia, quella dove si trova la nostra classe, perché è più calda e luminosa” (Luana).
“A me piace perchè c’è la palestra” (Andrea)
Qual’è lo spazio che vi è piaciuto di più durante il gioco?