Scuola elementare dell’I.C. Castello Mirafiori (Torino)

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La struttura, chiamata in gergo “I treni di Bacco” dal nome dell’Architetto che l’ha proposta, doveva servire anche per attività extrascolastiche, aperte alla popolazione, in piana linea con le norme per l’edilizia scolastica del 1975 (la scuola sarà inaugurata nel 1976). L’interno si distingue per la ricerca di versatilità degli spazi: pareti mobili, spazi assembleari e impianti sportivi, più che gli spazi delle aule, costituiscono la peculiarità di questo edificio.
Laboratorio e racconto a cura di Francesca Cirilli e Caterina Squillacioti
Maestre Ivana Falvo e Antonella Fortunato
Le foto scattate dai bambini della IV A con macchine fotografiche compatte Canon IXUS  e stampate con stampanti Canon SELPHY:

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Arriviamo in leggero anticipo. Intravedo la scuola da lontano, è enorme.

Di fronte alla porta di ingresso e di fianco alla guardiola dei bidelli si vede un piccolo cortile che non sembra utilizzato. Il corridoio che segue la porta non è molto ampio. Mi sembra un po’ angusto come punto di passaggio e di accoglienza, oltre che primo spazio interno della scuola. (Francesca)
Varcato l’ingresso dell’edificio, un susseguirsi di corridoi, aule, scale… un labirinto giallo, con pesci arancioni e il mare azzurro dove navigano i personaggi di Walt Disney, le vocali e le stagioni. Luci al neon. Il sole? Sospiro di sollievo. Ampie finestre permettono di aprire lo sguardo all’altro plesso, agli alberi in giardino, alla luce della mattina. (Caterina)

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La classe infatti non è molto ampia, ma è molto luminosa. Insieme alla IV A e alla maestra Ivana scopriamo che la scuola è dotata di un’aula musica, una palestra, un’aula di religione, un’aula per pre- e post-scuola, un’aula Lim! Su ogni piano v’è anche una cosiddetta “piazzetta”, un grande atrio colorato dove i bambini attendono il suono della campanella per avviarsi insieme in classe.

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Divertente che sia chiamata “piazzetta”, un po’ come portare la città dentro la scuola, ed in particolare la dimensione di socialità della piazza. Effettivamente le aule (quelle comuni per attività extra-curriculari) ci si affacciano come case su una piazza, e qui si passa per andare nei due grandi corridoi paralleli, per salire e scendere scale e rampe, per spostarsi da un’aula all’altra, per andare a mensa. Insomma, un crocevia di percorsi scolastici! (Francesca)
La classe è medio piccola, i banchi son disposti a formare tre file da due. Pochi scaffali, muri gialli.
Come faremo ad imparare i nomi di tutti i bambini!?     

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Ci portiamo in corridoio e diamo inizio al gioco dei nomi. Il ritmo decolla, si ride. Torniamo in classe, presentiamo la storia dei nostri due amichetti, i due fratelli Lartigue e Atget. Raccontiamo loro del dono della macchina fotografica a Lartigue da parte della mamma.
Cos’è la fotografia secondo voi? Perché la mamma ha regalato a Lartigue proprio una macchina fotografica?
La fotografia ci aiuta a ricordare un avvenimento. (Alessio)
La fotografia serve per raccontare a qualcuno che non era lì quello che abbiamo visto. (Martina)
Gli regala una macchina fotografica così può fotografare i posti dove lascia le sue cose e andare a recuperarli! (Antonino)
Atget ha smontato la macchina fotografica del fratello e ha nascosto i vari pezzi in giro per la scuola. Però ha deciso di aiutarlo a ritrovarla: gli ha lasciato una lettera con degli indovinelli che aiuteranno Lartigue (e noi…) a recarci nei luoghi dove sono stati nascosti i pezzi. Percorriamo lo spazio scolastico e ricomponiamo progressivamente la macchina fotografica.
Bravi bambini!
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Quali sono i piccoli segreti per poter scattare una fotografia?
La parola passa a Francesca per una breve introduzione sul tema, quindi avviene la distribuzione delle macchine fotografiche e i primi esperimenti di scatto.
Il secondo giorno ad accompagnarci c’è la maestra Antonella. Ricordiamo insieme ai bambini ogni passaggio effettuato da un luogo all’altro il giorno prima, compresi i particolari osservati in ogni ambiente.
Chissà come sono venute le foto del giorno prima! Si capirà che siamo in classe?
In aula Lim guardiamo e commentiamo insieme le foto scattate, fin quando star seduti diventa complicato… Siete pronti per affrontare una nuova avventura e ad aiutare Lartigue a realizzare, a sua volta, uno scherzo ad Atget?
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Questa volta chiediamo ai bambini di aiutare Lartigue a fare uno scherzo al fratello dispettoso, invitandoli a pescare da una grande sacca nera alcuni oggetti che ha preso ad Atget perché i bambini lo aiutino a sparpagliarli per la scuola. Anche Lartigue però ha pensato di aiutare Atget a recuperare i suoi oggetti, dandogli qualche piccolo indizio: ha chiesto ai bambini di scegliere un posto dove porre l’oggetto e di scattare tre fotografie che lo aiutino a ritrovare le sue cose tramite le fotografie.
Come possiamo aiutare Atget a riconoscere i posti dove avete collocato i suoi oggetti? 
Facciamo tre giochi di movimento per inglobare l’oggetto nello spazio e facilitarne il riconoscimento.
Tempo scaduto!

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A ciascun bambino rimane una fotografia stampata, che appendiamo al muro a formare una piccola esposizione.
Questa l’ho fatta io, si capisce che siamo in piazzetta? (Beatrice)
Ma tornerete anche Mercoledì prossimo? (Miriam)