Scuola Giulio Monteverde (Bistagno, AL)

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Gli echi delle sperimentazioni che nella prima metà del XX secolo si compio nel nord Europa arrivano tra gli anni Sessanta e Settanta anche in Italia, diffondendosi progressivamente nelle provincie. È questo il caso della scuola di Bistagno, costruita negli anni Novanta per ospitare le classi a seguito della localizzazione nel precedente edificio scolastico della gipsoteca comunale. Volumi bassi e ricerca del rapporto con l’esterno sono gli elementi che contraddistinguono questo edificio.
Laboratorio e racconto a cura di Ivan Catalano e Annalisa Pellino
Insegnanti Maria Amerio e Gabriella Puppo
Le foto scattate dai bambini della V B con macchine fotografiche compatte Canon IXUS  e stampate con stampanti Canon SELPHY:

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Ivan: Suona la sveglia ma è ancora buio fuori! Oggi direzione Bistagno! Ce la faremo ad arrivare in tempo? Era da un po’ che non guidavo con tutta questa nebbia! Ce n’è tanta che non si distingue il confine fra la terra e il cielo…
La strada mi è comunque molto familiare perché negli ultimi anni ho attraversato spesso questi luoghi per ragioni di studio – come Felizzano, che è l’oggetto della mia tesi –.
Arriviamo davanti alla scuola Monteverde di Bistagno e …
Annalisa: Questo è il nido… questa è la media… ma dov’è l’entrata dell’elementare? Ah ecco! È sulla sinistra, quasi sul retro!
Ivan: Già! Dall’esterno quasi non se ne capisce la forma, ma poi scoprendola dall’interno ti accorgi che è ben organizzata e i vari spazi sono ben pensati dal punto di vista progettuale.
Annalisa: Si… e anche i vari corpi di fabbrica comunicano bene fra di loro, con la palestra e la mensa. La destinazione d’uso degli spazi è ben evidenziata, leggibile con facilità anche dai più piccini, ma nessun ambiente sembra inaccessibile o vietato al passaggio.
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Entriamo in classe e i bambini, con i loro grembiulini neri, tutti ordinati e silenziosi ci guardano un po’ perplessi. Rumorosamente spostiamo i banchi e basta poco per trasformare il dubbio in curiosità e questa in trepidazione. L’atmosfera comincia a scaldarsi, qualche nome qua e là e subito una raffica di domande:
-       Dove le mettiamo le foto?
-       Io non ce l’ho!
-       Io ne ho due! Tieni!
-       Ma le facciamo con il flash?
-       Come faccio a non far venire gli occhi rossi?
Hanno tutti già in mano una foto portata da casa, le guardiamo insieme e le commentiamo: foto di viaggi e di compleanni, tanti paesaggi… ma quello che ci interessa ora è la scuola Monteverde!
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Ivan: Come facevano una volta i pittori a rappresentare lo spazio? E come fanno oggi i fotografi?
Annalisa: che cosa ha di speciale questa scuola? È la prima volta che veniamo qui… vi va di fare un giro? Cosa volete mostrarci? Da dove cominciamo?
In coro: andiamo sopra! Alle medie! Alle medie!
Il prossimo anno anche la V B passerà al piano superiore… E dal “piano dei grandi” comincia il nostro piccolo tour… Saliamo e…
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- Guarda guarda qui c’è il terrazzo con i pannelli solari!
Ivan: che bello che siano attenti al tema dell’energia rinnovabile già a questa età!
Di nuovo tutti giù e per la prima volta i bambini sembrano molto colpiti anche dalle scale e dagli ambienti di passaggio in generale, interni ed esterni…
- E di la invece c’è la “scuola vecchia”! 
- Andiamo nell’aula insegnanti!? Guarda di qua si passa davanti al murales!
- Toc toc… scusate il disturbo, stiamo facendo un servizio fotografico per la scuola!
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Ok ora possiamo uscire fuori, giacche e cappelli, passiamo sotto la tettoia dritti verso la mensa ma…
-       Non si può! Ci sono i piccoli che stanno mangiando!
-       Va bene, torniamo dopo!
-       Allora andiamo in palestra!
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Ci inoltriamo in un labirinto di spogliatoi e ci ritroviamo improvvisamente in uno spazio eeenorme! In una parte sopraelevata con un accesso indipendente c’è anche una mini palestra con attrezzi che sembra privata… Abbiamo anche degli spettatori incuriositi.
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Ripassando sotto la tettoia, una veloce capatina in mensa e poi tutti in giardino a fotografare il mammut che fa da guardiano all’entrata della scuola…
 Ivan: Ma dov’è questo mammut? Possibile che non l’abbiamo visto entrando?
Corriamo incuriositi e ci ritroviamo davanti ad una pianta con una forma un po’ strana…
Annalisa: Uhm… ma che albero è? … Beh del resto dopo l’alieno verde di Falchera e il Biribò di Perreo, non poteva certo mancare il Mammut di Bistagno!
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È ora di tornare in classe, di scegliere le foto e di stampare le preferite!
Riguardiamo il nostro lavoro e quello dei compagni.
Ivan: guardate bambini queste tre foto insieme… se le mettiamo vicine, si notano delle analogie tra i colori. Insieme formano quello che viene definito un ‘trittico’… Secondo voi perché? Che cosa vi viene in mente guardandole così?
- È perché c’è il rosso che si ripete in tutte e tre!
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Ivan: e invece questa foto con le tende verdi è molto intensa, secondo voi perché?
Per la luce!
Intanto qualcuno decora la propria cornicetta e il momento della stampa mette tutti un po’ in trepidazione, ma…
Asia: Ehy guardate che sta dicendo un sacco di cose interessanti! Stiamo attenti né!!
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